martedì 27 novembre 2007

BRAINCHILD




Nel nuovo episodio della saga di “ Sviluppa il tuo progetto d’arte” incontreremo la profondità di una giovane studentessa veramente creativa.
Non usa dipingere su tela, si serve di materiali di scarto, come lenzuoli vecchi, porte, scatole di cartone, legni ecc. Sono lavori a tecnica mista: pennarelli, pastelli, acrilici, tempere, olio, foglie oro, matite, alcuni lavori più recenti hanno applicazioni di stoffa cucite a mano....non casualmente ma rispondendo in modo linguistico e significante alle stratitificazioni emotive, ai livelli sempre più vaghi di coscienza che lei ci porta ad esplorare. Il suo inconscio diventa in maniera automatica anche il nostro, collegandoci da spettatori, riferendomi a Jung, a quegli archetipi dell’inconscio collettivo quali la madre, l’essere figli e distaccarsi, che rendono significativa la vita di ognuno.

Andrea Nardi


piangere il mare



ultracorpi


" BRAIN CHILD" nasce ed è donna
LA MADRE

La Madre diviene feto e si
allontana. Improvvisa mancanza,
per lo più totale e permanente, di una
determinata disponibilità,
associata al danno, alla rovina.
La
privazione si identifica con la
"morte". La perdita, in riferimento ad
un' entità, sembra
assumere un
significato che va da quello di
"evanescenza" a quello limite
di
"catastrofe".
La Madre concepisce sè
stessa, il suo bisogno non è di
nascere ma di una permanente vita
intrauterina. I caratteri della
Signora si fondono in uno stato nativo
di splendore, puro ed
inattaccabile. Nel figlio l' intenzionalità si
oppone al caso o
alla
distrazione, la sostituzione ad avere appare
definitiva.
Vive in una
condizione di prolungamento verso la sua
nutrice che, lunare, ormai è
altro: ora porge l' emisfero di
estraneità, irraggiungibilità, di
astrazione dalla realtà, di
volubilità, di capriccio e anche di
irritabilità.
Lui ha paura. Vive
in uno stato emotivo di repulsione e
apprensione, in prossimità di un
vero o presunto pericolo di mancanza.
Così emerge nel figlio, per
istinto di conservazione, una sorta di
arditezza temeraria e quasi
disperata, che allontana da sè il pericolo.
Forse l' erede è pronto a
cessare l' abitudine, il vizio
materno, ed urla il suo giudizio e la sua comprensione.

LA MADRE

Origine materiale di un figlio, ideale
di un fatto. Madre come donna e simbolo di dedizione. Madre, nella sua
natura di femmina, di divinità, necessario punto di partenza della
catena causale in cui consiste il divenire. Corpo come fondamento dell'
esistenza e principio operante. Le sue gambe sono i suoi figli e il
grembo diviene regione affettiva, intimità, anche rivelazione di
dipendenza. Donna che avanza e non nega paura, le grandi mani e i suoi
occhi... L'affetto della Madre è condizionato da una maschera, che ci
priva della possibilità di determinare un atteggiamento espressivo
caratteristico e questo la allontana dalla suscettibilità. Intorno, sta
della materia in movimento e così la Madre appare impenetrabile, se ne
coglie l' individualità ed energia, turbamento delle parti.



CAMBIO PELLE

La figura è inquadrata, anche se pare sospesa fra spazio e
tempo: soltanto l'operazione di cambio, che trasferisce in un altro
luogo la pelle, simbolo della vita fisica, dà agli elementi un forte
peso emozionale. Pelle, espressione di una certa rudezza, in questa
collocazione artistica diviene campo emotivo, corteccia che ha raccolto
e accumulato le percezioni e le rappresentazioni della vita e pesa. E
affinchè il corpo si mantenga in quiete, il peso deve essere
equilibrato e non importa se è necessario che muoia, anche solo per un
attimo. Così, dopo una sottrazione si ha l' assunzione di un
significato diverso, un movimento, in virtù del quale il corpo
reintegra la propria forma e guarda avanti.



A/A ATTESA ASSENZA

Luogo di privazione, abitato dall' animo di chi attende il realizzarsi
di qualcosa conforme alle proprie speranze. Una persiana travestita da
costruzione, attrezzata in modo da escludere qualsiasi possibilità di
evasione o di comunicazione con l' esterno, una prigionia. E tutto
induce un senso di desolante abbandono e tristezza. Come in un'
improvvisa e fugace sospensione della coscienza, il tempo trascorso
nell' aspettare, trafigge sul "muro" con durezza ogni intervallo di
inattività. Assenza di misura, difetto di personalità.

Antonia Gilda Santoro