venerdì 28 marzo 2008

Di nuovo siamo condotti in quel luogo dove vivono, in buona e numerosa compagnia, anche i personaggi di Nicola, in quel momento del vissuto in cui entrano in crisi anche lo spazio ed il tempo nel loro potere di individuazione e si aprono le porte per il l’indistinto, il metamorfico, il continuo divenire del sé nell’altro e viceversa.
La razionalità e la coscienza non assolute lasciano spazio all’urgenza del suggerito, dell’abbozzato, espressi attraverso la semplicità essenziale del mezzo usato, grafite o pennarello, che è essa stessa un fine in sé legante di tutto il lavoro, come anche l’operazione di ingrandimento del minuscolo che diventa un diario personale ma anche archetipico, quindi collettivo e inconscio per definizione.
Andrea Nardi