sabato 6 ottobre 2007

EXPRESSioni



Prendere un momento effimero, una sensazione veloce, quasi impercettibile, e costringerla a rimanere nel tempo. La durata non é d’importanza; quello che conta davvero é la forza. L’emozioni hanno una vita propria, e a volte sembrano non voler sottometersi davanti a nessuno, davanti a qualsiasi situazione o tecnica. Bisogna essere coraggiosi per affrontare questa lotta.

Mónica Ogaz sa come spogliarsi di logiche e ubbidire semplicemente al suo istinto pittorico. Prende una linea e la lascia libera, la guarda sdoppiarsi, percorrere la carta finché non afferra la sensazione che poi domina. Li da la possibilitá di perdurare e ricrearsi; la uccide per lasciarla rinascere.

Gli schizzi liberi, le linee istantanee, ci portano al fulcro della natura umana, a una sensazione quasi primitiva, astratta fino al punto di diventare inchiostro e carta. Nella sua opera “Una tra le tante…sempre io” Ogaz prende se stessa come punto di partenza onde riuscire a spiegare meglio lei stessa e il mondo che governa la sua individualitá. Con ognuno dei suoi autoritratti mostra la sua preoccupazione per la propria sussistenza, la sua perenne inquietudine per il rapporto che tutti –ma sopratutto lei- abbiamo con le scadenze, con il tanathos individuale.

In “Composizione” questi suoi interrogativi vengono gestiti in maniera differente; prendendo un quadro che non lascia trasparire emozioni, e donandoli vita nuova. Il movimento dei suoi elementi e l’infinitá di combinazioni concedono ad esso l’immortalitá.

La velocitá di esecuzione é un elemento fondamentale per catturare tutti i concetti che Ogaz vuole giustificare. Solamente lasciando da parte il tempo si é abbastanza agili per acchiappare la preda. Con questo rituale personale percepisce il proprio tempo, scopre i suoi limiti e riafferma la sua autoritá emotiva, offrendoci, como se fosse un dono, i frutti della propria ricerca.

Valeria Farill


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